giovedì 9 maggio 2013

Monte Coloreta - Valle del torrente Diaterna

E come l'anno scorso in questo periodo, ci ritroviamo a pedalare sui monti del territorio Toscano,
nella zona sopra a Castel del Rio, in località "Pieve CaMaggiore", Comune di Fiorenzuola, Provincia di Firenze.
Lasciamo l'auto nell'ampio parcheggio che si trova subito dopo il ponticello sul Fiume Santerno e salutiamo i nostri amici bolognesi che oggi ci faranno da guida.



e quel campanile che sbuca lì nel mezzo, dovrebbe essere quello della Pieve CaMaggiore, proprio sopra al nostro parcheggio


- Maaa... , che giro facciamo oggi?
- Ma guarda, saliamo su fino al Monte Coloreta, però non facciamo la strada asfaltata, che si insomma, sono capaci tutti a farla da lì, no? noi invece risaliamo lungo un comodo sentiero che costeggia il fiume Diaterna e ..., si insomma è una specie di scorciatoia.
- Ah, va bene.
- Si parte?
- Dai.


ed eccoci a risalire lungo il corso del "Torrente Diaterna", luogo altresì famoso fra gli amanti del naturismo e del pisellove, come dimostrano le scritte presenti in ogni dove



 oltrepassiamo le località di "Brenzone" e "Cerreta"


dove i numeri civici potrebbero anche essere espressi in fattori di potenza


e proseguiamo poi fino fino ad arrivare alla località "Poggiolo", dove si imbocca un sentiero segnalato come CAI 061 che sale lungo la valle del Diaterna


che dapprima ci illude circa la sua pedalabilità, oltrepassando il grazioso borghetto con terrazza panoramica di "Gualiguando",
ah, a proposito, si tratta di un bel posto ameno, dove se non ci si viene spesso, ci si viene meno,
però possiede un discreto fascino


e per eventuali informazioni, per chi volesse approfondire, esiste anche sto pòpò di sito internet, eccolo:
Gualiguando


ma torniamo alla cruda realtà, al nostro sentiero scorciatoia, che anzichè essere comodo, si rivela nella sua crudele natura di "sentiero impedalabile con bici a spinta"


che ci conduce fino ad una vecchia cava abbandonata



Oh, da questo punto il sentiero si allarga, ma la pendenza rimane comunque notevole, e solo alcuni riescono a pedalarla tutta, fino ad arrivare alla strada asfaltata che abbiamo inizialmente ignorato.
Oltrepassiamo quindi "Brenticciolo", dove una fontana ristoratrice provvede a rifornire le nostre borracce, e poi giriamo a SX per una ripida salita che arriva fino al "Poggio"


dove, dopo avere contrattato inutilmente con il carrettiere che trasporta la legna sul carro, per vedere se ci poteva portare sul cassone fino in cima alla salita, proseguiamo fino ad arrivare ad un bivio, che imboccandolo a DX conduce in cima al "Monte Coloreta"-
Pare che neppure gli abitanti della località sopracitata, si siano mai arrischiati di arrivare senza mezzi di locomozione fino in cima a sto monte ... mah, sarà una leggenda locale per scoraggiare il turismo selvaggio e tenere lontani i vari Briatore & co.


dopo un pò ci rendiamo conto che probabilmente tra le occupazioi preferite del sig. Briatore, non figura sicuramente quella di spingere le biciclette su terreni accidentati


beh, magari Briatore no, ma c'è gente che si diverte a fare queste cose ...
certo sono persone strane, di cui diffidare


Ma una volta finta la salita a spinta, finalmente il sentiero inizia finalmente a scendere,
che bello, si, se non fosse che la prima parte della discesa purtroppo è stata rovinata dai passaggi delle moto,
e il fondo bagnato, il fango e le radici scoperte, lo rendono parecchio scivoloso.

Poi finalmente usciamo dal bosco e allora inizia un tratto veramente divertente, con fondo asciutto e non rovinato.


... la solitudine dei pedalatori primi ...


vabbè dai, spingiamo ancora un pò, giusto per non perdere l'abitudine



e poi giù di nuovo, con passaggi più che divertenti


















fino a tornare alla località "Poggiolo", incontrata prima, quasi all'inizio della salita


da dove ritorniamo al punto di partenza seguendo a ritroso la strada asfaltata, fino al parcheggio.


Per il meritato ristoro, ci spostiamo un pò con l'auto, fino all'"Agriturismo Cà de il Rio Zafferino", uno dei posti più imboscati che conosco



dove esiste promiscuità


e dove mi dimentico di documentare il pranzo, vabbè dai, fotografo queste fette di salame rimaste e la insalatina di erbe di campo con le uova sode che abbiamo preso come sorbetto


promiscuità dicevo, prima 'sta gatta era con un cagnone e ora è con un cagnotto



e poi un salto veloce alla fattoria caseificio che si trova poco sopra all'agriturismo, dove un vitellino ci accoglie festoso


e una gallina raccoglie i suoi pulcini per paura che glieli portiamo via.


Ed ecco il giro, spiegato per i meno prosaici:
non so perchè ma nella traccia di google visualizzata qui sotto ne manca una parte,
però se la volete completa
potete scaricarla qui


Visualizza Castel del Rio in una mappa di dimensioni maggiori

mentre nella traccia originale GPX c'è tutto,
la potete scaricare qui



2 commenti:

  1. Zona bellissima, quella.
    Io conosco, poco per altro, solo fino a castel del rio. Ricordo di una nottata passata all'addiaccio sul greto del fiume. I gufi, le nottole, i pesci che zompavano, i ratti che si occupavano di pulire a fondo le stoviglie dai rimasugli della cena. Bella esperienza.
    Quell'agriturismo dalla gatta promiscua e lo stesso di cui mi parlavi tempo addietro?

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  2. Ma anche qua hai pernottato sotto le stelle in mezzo al bosco?
    ah, ma allora è un vizio ... e comunque si, l'agriturismo è il posto di cui ti parlavo tempo fa,
    e se ti venisse voglia, per una volta, di dormire con un tetto sulla testa, potrei anche accompagnarti.

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